Spazio occupato in via Busnelli 79

AUTOGESTIAMO UN ALTRO SPAZIO

Lo vedete cosa sono già o cosa stanno diventando le nostre città e i nostri quartieri? Poco più di un dormitorio, poco più di un carcere, poco più di un grande fratello.
Di fronte all’impossibilità di fornire un concreto aiuto alle famiglie sotto sfratto il Comune non ha posto in essere alcun rimedio, e infatti la situazione sembra aggravarsi di mese in mese; nella sola Saronno si succedono alcune decine di sfratti all’anno.
Di fronte alla crescita della povertà, del disagio, della disoccupazione e di conseguenza del malessere e della rabbia, sventolare lo spauracchio dello straniero, del ladro, dell’occupante serve a distrarre la popolazione dalle vere ragioni di questo malessere. Divide et impera, la guerra tra poveri è un ottimo metodo che consente ai governanti di dormire insperati sonni tranquilli.
Di fronte alla disillusione di trovarsi nel migliore dei mondi possibili, di fronte alla disillusione nei confronti della politica, dei partiti, dei politicanti più o meno farneticanti la strategia di chi ci governa è la solita: colpirne pochi per educarne molti di più. E così accanirsi con denunce, arresti, sgomberi e fogli di via contro chi a tutto ciò si ribella ha una funzione precisa: incutere il terrore, far sì che il gregge rimanga tale, che tutto resti nel recinto, che nulla si muova.

Ma cosa succederebbe se all’ennesimo sfratto un intero quartiere scendesse in strada e decidesse di opporsi finalmente all’ingiustizia del denaro e del profitto? Cosa potrebbe succedere se il problema del licenziamento o della disoccupazione venisse condiviso e si sopperisse insieme al recupero dei beni necessari? Cosa sarebbe dei nostri tristi quartieri-dormitorio se ci si prendesse insieme cura di ciò che è nostro, dei nostri spazi e delle nostre vite? Si potrebbe addirittura scoprire che il ladro che tanto ci hanno fatto odiare versa nella stessa nostra situazione, che però ci teniamo per noi per vergogna. Si potrebbe riscoprire quella coscienza di classe che non sfoga la propria frustrazione su chi versa in condizioni ancora peggiori delle nostre, ma su chi ci tiene al guinzaglio.
Oggi abbiamo occupato uno dei numerosi spazi abbandonati e in disuso della nostra città, in via Busnelli 79.
Lo spazio è del Comune che su questo come su tutti gli altri spazi di sua proprietà vuole lucrare.
Noi ce lo siamo ripresi, lo difenderemo, lo puliremo e ci faremo i lavori necessari e poi ci organizzeremo iniziative, discussioni, cene, cineforum, presentazioni di libri. Sarà uno spazio in cui conoscersi e uscire dalle nostre quattro mura, in cui riprendersi il tempo e lo spazio.
Per farla finita con la parcellizzazione delle nostre vite, con l’indegna obbedienza ad ogni dovere e ad ogni ordine, con l’insicurezza diffusa nel rischiare di finire sotto un ponte dall’oggi al domani, di non arrivare alla fine del mese.
Contro le degradanti promesse della legalità e dell’ordine stabilito rovesciamo il tavolo, riprendiamoci tutto.

“Oh gentiluomini, il tempo della vita è breve!
Trascorrere questa brevità nella bassezza
sarebbe cosa troppo lunga.
Se viviamo è per marciare sulla testa dei Re.”

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