Archive for ‘Saronno e dintorni’

17 marzo 2016

Sgombero del TeLOS di via G. Pasta – In due sul tetto

AGGIORNATO

Questa IMAG7490-1024x576mattina alle 7 la DIGOS di Varese si è presentata al nuovo TeLOS, occupato il 4 Marzo, per effettuare lo sgombero. Le due occupanti sono riuscite a salire sul tetto, dove sono ben determinate a resistere ad oltranza.

Per tutto il giorno chi può passi nella piazzetta di via dei Portici (o in Piazza Libertà, se la stessa fosse chiusa dalla Polizia); dalle 18 invece concentramento in stazione.

Nessuno sgombero senza risposta!

Ore 14.30 – le due compagne continuano ancora la resistenza sul tetto. Alle 18 tutti in stazione!

Qui di seguito il comunicato che distribuiremo in centro nelle prossime ore:

UN ALTRO SGOMBERO

È in corso oggi l’ennesimo sgombero di uno spazio occupato a Saronno.
Da questa mattina un ingente quantità di forze dell’ordine sta presidiando le strade del centro, bloccando il passaggio e identificando la gente, mentre sul tetto due ragazze resistono con determinazione, godendosi anche questo sole primaverile.
Nonostante le pessime condizioni dello stabile -l’ex ufficio di collocamento di via G.Pasta- in stato di abbandono da anni, durante i giorni dell’occupazione siamo riusciti a organizzare varie iniziative: un assemblea aperta sul tema degli spazi occupati, l’esposizione di una mostra, vari volantinaggi e presidi.
Il tentativo è stato quello di introdurci nella quotidianità del centro scardinandone le dinamiche che lo rendono sempre di più un centro commerciale a11174202_10153705253149580_1294453903876493467_o cielo aperto, un punto di passaggio arido.
Per questo un’esperienza libera e autogestita risulta ingombrante e scomoda per chi vuole una città pacificata, da gestire e governare a proprio piacere e tornaconto.
Non si può tollerare la presenza di uno spazio occupato che aggrega così tanto, la cui azione non è in dialettica col potere ma ne è nettamente in contrasto.
continuiamo a pensare che le città siano delle persone e non di chi le compra, che ogni spazio abbandonato sia potenzialmente uno spazio in cui vivere e portare contenuti.
E di spazi abbandonati ce ne sono ancora parecchi.

13 marzo 2016

Mostra sulle occupazioni a Saronno

Qui il pdf della mostra sulle occupazioni a Saronno che in questi giorni abbiamo esposto per le vie della città

MOSTRA SPAZI

8 marzo 2016

12/3 Pomeriggio al nuovo TeLOS

flyer 12 marzo

8 marzo 2016

Giovedì 10 Marzo ASSEMBLEA PUBBLICA

Le occupazioni di questo ultimo anno e mezzo sono state numerose; numerosi anche gli sgomberi, i cortei, i presidi.
Dopo diversi mesi alquanto frizzanti e frenetici proviamo a sederci in cerchio e discutere della pratica dell’occupazione e delle prospettive che può avere in una città come Saronno, cittadina di provincia piena di edifici abbandonati, più o meno grandi.


Vi invitiamo quindi ad una assemblea pubblica
giovedì 10 marzo alle 21.00 al TeLOS in via Giuditta Pasta 9

7 marzo 2016

Occupazione e corteo, due giorni di lotta a Saronno

Venerdì 4 Marzo verso le 14 in una quarantina abbiamo, dopo circa un mese dall’ultimo sgombero, aperto un nuovo spazio abbandonato. Questa volta abbiamo scelto uno stabile di proprietà comunale situato nel pieno centro della città, adiacente a quello che può essere considerato il vero simbolo dell’incapacità e inettitudine dei politicanti saronnesi: un palazzo del 1700 oggi fatiscente e completamente murato. Il successivo presidio in centro è riuscito a raggiungere la solidarietà di numerosi passanti.
Ieri (sabato 5 Marzo)  malgrado la pioggia in circa 300 abbiamo attaversato Sar12803237_10207933849291341_152149877162100130_nonno con un corteo determinato, in difesa della pratica dell’occupazione e in solidarietà a tutti gli spazi occupati.

Siamo partiti dal centro a pochi metri dal nuovo TeLOS in via Giuditta Pasta 9.
Occupare uno spazio significa riprendersi qui e ora ciò che ci viene quotidianamente sottratto; soddisfare delle necessità o dei desideri in modo autonomo, contando sulle proprie forze e sulla complicità di chi sta al nostro fianco, senza riconoscere istituzioni che altro non fanno se non remare a favore dell’accentuamento del divario fra sfruttatori e sfruttati.
Il corteo non ha perso l’occasione per segnalare-segnare lungo il percorso alcuni dei responsabili diretti dello sfruttamento che viviamo quotidianamente: banche, interinali e agenzia delle entrate.
Abbiamo poi deciso di non proseguire col percorso comunicato alla questura ma di finire il corteo in via Miola, dove è stata occupata una parte della Cantoni, storico  edificio industriale abbandonato di Saronno, nel quale abbiamo organizzato la festa per i 7 anni del Telos. La scelta di occupare un pezzo della Cantoni, anche se solo pr un giorno, non è ovviamente casuale. Oggi questa immensa area dismessa situata a pochi metri dal cuore della città continua a provocare l’inquinamento delle falde acquifere da cui migliaia di saronnesi attingono ogni giorno, mentre qualche viscido speculatore attende il via libera da parte dei politicanti di12748144_10207933852011409_1218699814287195139_o turno per avviare una succulenta azione di “riqualificazione” che donerà altro cemento, traffico e grigio agli intossicatissimi e silenzioni cittadini.
Dopo esservi entrati, una decina di Digos ha provato ad entrare nello stabile di via G.Pasta occupato il giorno prima, sfondando il portone principale.
Gli occupanti sono saliti sul tetto, e hanno assistito a tutta la frustazione dei questurini che non sono riusciti ad entrare.
Il dispiegamento di forze, abitualmente invadente, ieri ha raggiunto un livello davvero mai visto a Saronno: 15 blindati, decine di agenti in borghese, volanti e pattuglie…
E’ comprensibile il nervosismo di chi ha organizzato questo assedio nel ritrovarsi costantemente indietro di un passo. Non sono bastati i quasi 200 uomini delle forze dell’ordine per impedirci di raggiungere gli obiettivi che ci eravamo posti in questi due giorni di lotta.

12829340_10207933850851380_304865345809866059_oIn serata poi abbiamo festeggiato alla grande riempendo il posto occupato.
Cosa rimane di una giornata così?
Innanzitutto uno spazio occupato in centro che nei prossimi giorni inizieremo a far vivere.
Ma la gioia di una giornata come ieri va più in profondità, e riguarda la consapevolezza della rotta tracciata e della condivisione di momenti ribaldi e provocatori. I politicanti si chiedono come fermare tutto ciò. Noi lo diciamo sin dallo sgombero storico del settembre 2014: fuori dal Telos saremo dappertutto.
Ora uno spazio occupato c’è, lo vivremo e lo apriremo quanto prima. Lo sgombereranno? Torneremo dappertutto.

28 febbraio 2016

7° compleanno del TeLOS

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23 febbraio 2016

5 Marzo – Corteo a Saronno

Per me la lotta contro il potere, anche nelle sue forme più sottili, più interiorizzate, è l’unica strada per conquistare la gioia reale di vivere, di amare, di giocare. […] E’ essenziale comunque gettare tutta la propria passione nella continua ricerca di una condotta che spacchi l’esistente, di una condotta che ti permetta di giocare con i ruoli e su di essi (contro di essi) senza mai accettarne la corazza. Non ci si può identificare in null’altro che non sia il nostro processo di negazione (del valore in processo, cioè del capitale). Non sempre ci riesco, ma il mio sforzo massimo e quotidiano è proprio per giocare sui ruoli, sapendo alla peggio subire, ma mai accettando l’esistente e le sue imposizioni.
Riccardo d’Este
Dallo sgombero nel settembre 2014 della sede storica del Telos – quella in via Milano – a Saronno la lotta per avere uno spazio occupato e autogestito ha sugpa0201h07005bbbito un’accelerata: in questo anno e mezzo numerose sono state le occupazioni, temporanee o meno, e sempre a distanza di qualche settimana sono seguiti altrettanti sgomberi.
A Saronno si parla di occupazione e di autogestione da ormai 9 anni, quando nel 2007 venne preso per la prima volta un Telos, in via Galli, esperienza che durò solo tre giorni ma gettò le basi per gli eventi futuri a tutti ben noti.
In provincia sono diverse le esperienze che negli anni hanno portato avanti la lotta per avere uno spazio occupato in cui sperimentare un modo altro di stare insieme, dall’esperienza quarantennale a Tradate alle più recenti a Gallarate e Como. Esperienze diverse tra loro, ma accomunate dalla risolutezza nel mettere in pratica le idee che ci albergano in cuore.
Da sempre abbiamo voluto inserire la lotta per avere un Telos a Saronno all’interno del nostro pensare e della nostra azione, ciò ci ha portato ad agire per cercare di modificare la realtà e il limite del possibile senza cercare alcuna legittimazione da parte del potere, politico o poliziesco, e senza coltivare il nostro orticello in cambio di una innocuità e una passività che sono ciò di cui si nutre lo stato di cose presenti. Ogni occupazione è stata un lancio nel vuoto, un perdersi e uno scoprirsi, un’avventura emozionante a partire dai nostri bisogni e dai nostri desideri.
Non quindi un’occupazione come protesta, ma un’occupazione in rivolta; non per fornire quei servizi che questa società allo sbando garantisce sempre meno, ma per affinare la critica, l’analisi e l’azione rivoluzionaria, per riuscire ad immaginare un modo altro di stare insieme.
Saronno non ha quasi più spazio edificabile, lo sfitto è in aumento insieme al numero degli sfratti, respiriamo aria di merda e l’acqua del Lura, quando c’è, rispecchia la qualità della nostra vita.
Viviamo in una delle zone più inquinate d’Europa eppure stiamo subendo una serie di nuove grandi opere che renderanno il nostro territorio ancora più disastrato: Varesina bis, Pedemontana e opere connesse come la bretella che passerà da Ceriano Laghetto; in più nuovi progetti di altre tangenziali esterne, gli scarichi in deroga nell’Olona che lo rendono schiumoso e avvelenato, la qualità dei pozzi da cui peschiamo l’acqua che beviamo e che usiamo quotidianamente e altro ancora.
Nel frattempo in provincia si susseguono incidenti sul lavoro dovuti alle condizioni sempre più precarie: salari ridotti all’osso, freddo siberiano nelle ditte, ricattabilità.
Tutto questo rende tragicamente attuale il detto: di lavoro si muore. Gli studenti vengono sempre più imboccati di nozioni per diventare quanto prima produttivi e castrati di ogni pecularietà individuale che non sia mercificabile.
Chi si definisce soddisfatto della propria vita?
Ma statene certi, dipingeranno sempre e comunque noi, gli stranieri e i poveri cristi come il problema di cui liberarsi, il nemico interno contro cui fare fronte comune, in nome della Nazione, della Patria. Si stanno già attrezzando rispolverando all’evenienza gruppi di picchiatori fascisti per fare rispettare il loro ordine, quello del dogma della Legge e del Denaro.
La ricerca del mostro e del nemico ricorda quella avvenuta in Europa qualche secolo fa, tra il 1600 e il 1800, con la nascita della proprietà privata per come la conosciamo oggi, con le enclosures, quando si venne a creare una massa di poveracci senza terra da schiavizzare nelle colonie e nelle città, in un momento di forte riassestamento e con forti tensioni sociali:
Dagli albori dell’espansione coloniale inglese all’inizio del Seicento, fino all’industrializzazione metropolitana del primo Ottocento, la classe dominante ricorse al mito della lotta tra Ercole e l’idra per raffigurare le difficoltà incontrate nell’imporre l’ordine su sistemi di forza-lavoro sempre più globali. Attribuirono variamente a commoners (gente comune espropriata dell’uso di beni comuni, i commons), criminali deportati, servi a contratto, religiosi radicali, manovali, soldati, marinai e schiavi africani, la natura di altrettante teste, innumerevoli e in continua mutazione, del mostro. Ma quelle teste, benchè originariamente introdotte nelle strutture produttive proprio dai loro erculei padroni, presto svilupparono al loro interno nuove forme di cooperazione, contro quei padroni: dall’ammutinamento e dallo sciopero alla sommossa, all’insurrezione, alla rivoluzione.
Peter Linebaugh – Marcus Rediker, I ribelli dell’Atlantico, la storia perduta di un’utopia libertaria
Eppure, di fronte alla catastrofe quotidiana, è difficile sentire levarsi una voce: il sentire è indirizzato e manipolato dalla propaganda, e così la frustrazione per una vita di merda viene facilmente convogliata verso chi sta sotto di noi: lo straniero, l’indigente sotto sfratto, il disoccupato che ruba al supermercato. Parlare oggi di legalità e non violenza è fare demagogia perché la guerra sociale è in atto ed è tutta a sfavore della fetta di popolazione più povera.
Sarebbe fare violenza su noi stessi accettare la vita di merda che ci hanno servito.
Le città sono sempre più escludenti, campano in funzione del profitto e dell’agio di pochi.
Le strade deserte vengono videosorvegliate dal Grande Fratello, i poveri aumentano, il malcontento si tocca con mano e ovviamente nessun tentativo di rivolta è tollerato; al contrario la depressione è del tutto parte di questa società. Ma vogliamo davvero deprimere la nostra vita?
Noi, che siamo convinti di avere questa sola vita, siamo sicuri, mettendoci insieme, di poter cambiare lo stato di cose presenti, di poter camminare sulla testa dei re. Noi in una città abbiamo altre geografie rispetto a quelle del potere e del denaro, ricerchiamo la solidarietà e la complicità tra sfruttati, soffiamo sul fuoco quando questo si accende, resistiamo e cerchiamo di aumentare la forza di chi rema contro la corrente qui e ora.
Scenderemo in piazza per tutti questi motivi, decisi a proseguire sulla rotta tracciata verso l’ignoto, a partire da uno spazio occupato a Saronno, malgrado l’infame politica e le attenzioni della Questura. Uno spazio in cui cospirare, cioè respirare insieme.
19 febbraio 2016

20/2 Benefit Techno Party

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17 febbraio 2016

Spot audio – verso il 5 Marzo

Spot registrato e prodotto negli studios di Radiocane
5 marzo 2016
CORTEO A SARONNO
per gli spazi occupati e contro gli sgomberi

concentramento ore 14.30 in p.zza San Francesco a Saronno, di fronte alla stazione FNM

11 febbraio 2016

5 Marzo – Corteo + 7° compleanno

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